Tassi Euribor in caduta libera dopo il Quantitative easing

Tassi Euribor e Quantitative easing: ecco come riparte il mercato dei mutui

Dopo un mese e mezzo dall’avvio dell’operazione, cominciano a vedersi gli effetti del Quantitative easing. L’iniezione di liquidità della BCE (la Banca Centrale ha comprato titoli di Stato per 60 miliardi) ha portato ad un ribasso dei tassi di interesse e stando a quanto ha dichiarato il presidente Mario Draghi, le condizioni di indebitamento di famiglie e imprese sarebbero migliorate in misura considerevole.

L’Euribor a tre mesi, tasso di interesse applicato tra gli istituti bancari e al quale fa riferimento buona parte dei mutui a tasso variabile erogati nel mercato italiano, è sceso al di sotto dello zero. Meno 0,001%, questo il valore raggiunto dal tasso, dopo essere rimasto appena sopra lo zero percento per diverse settimane. Un traguardo eccezionale se si pensa che nel 2008 l’Euribor 3 mesi si aggirava intorno al 4%.

Euribor 3 mesi sotto zero e mutui a +35%

La discesa del paramento di indicizzazione ha portato ad una ripartenza del mercato dei mutui, in cui sono state registrate erogazioni come non se ne vedevano dal 2006. L’Associazione bancaria italiana ha stimato, nel 2014, un incremento del 32,5% rispetto all’anno precedente, per un totale di 25,3 miliardi di euro.

Il trend positivo non si è fermato nei primi mesi del 2015: a gennaio e febbraio l’aumento delle erogazioni è arrivato a quota 35%. Un dato straordinario se si considera che, per i prestiti erogati alle famiglie, si è registrato un -0,4% a febbraio scorso rispetto all’anno precedente.

 

Questo quanto rilevato dalla Banca d’Italia, secondo la quale, nel quarto trimestre del 2014, sono stati erogati finanziamenti per l’acquisto della prima casa per un importo complessivo di 7,077 miliardi di euro, il 25% in più rispetto allo stesso periodo del 2013.

Euribor e spread oggi: le conseguenze per i consumatori

Insomma l’abbassamento dei tassi Euribor ha condotto a una vera e propria ripresa del mercato. Ma quali sono le conseguenze per istituti di credito e consumatori? Quando si richiede un mutuo a tasso variabile, al valore del parametro di indicizzazione che definisce la base del tasso applicato, ossia l’Euribor, viene aggiunto lo spread, cioè la percentuale di guadagno della banca.

Con l’Euribor sotto lo zero, si dovrà quindi sottrarre dallo spread la parte negativa. Un fenomeno che secondo Ciaran Ò Hagan, strategist di Societè Generale, porterà le banche ad assumersi rischi maggiori rispetto al passato. Rischi che potrebbero andare a finire tra le voci di spesa a carico dei consumatori.

In un panorama come quello attuale, con i tassi ridotti al minimo e l’Euribor negativo, la scelta di un finanziamento a tasso variabile sembra senza dubbio la più conveniente. Tuttavia è bene tenere in considerazione che nei prossimi anni il trend dei tassi sarà inevitabilmente al rialzo.

 

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