L’accensione di un mutuo comporta un investimento importante sia per una famiglia, sia per una singola persona. In alcuni casi può intervenire la necessità di rinegoziare mutuo, ridiscutendo con l’istituto di credito erogante delle condizioni più vantaggiose.
Rinegoziazione mutuo tasso fisso: le differenze con la surroga
Quando si parla di rinegoziare mutuo tasso fisso o variabile si inquadra una situazione diversa dalla surroga. Il motivo è uno, ossia il fatto che nel caso della rinegoziazione cambiano solamente le caratteristiche del contratto, mentre la realtà erogante rimane la stessa, cosa che non accade invece con la surroga, che vede un cambio dell’istituto di credito di riferimento.
Rinegoziare mutuo: i riferimenti normativi
L’atto di rinegoziare mutuo ha come riferimento una norma diversa dalla surroga. Se l’istituto della surrogazione immobiliare è disponibile ai mutuatari grazie alla Legge Bersani del 2 aprile 2007, quello della rinegoziazione è stato introdotto con il varo della Legge Finanziaria del 2008.
Questa ha stabilito la possibilità per le due parti in causa nel contratto di mutuo - ossia debitore e creditore - di ridiscutere le condizioni del suddetto contratto anche se risulta ancora in essere.
Rinegoziare mutuo prima casa: quali possibilità per i clienti?
La possibilità di rinegoziare mutuo è stata introdotta nell’ordinamento italiano sulla scia della surroga, che ha reso possibile il cambiamento di istituto di credito. Questo ha portato molte banche a impegnarsi per non perdere i mutuatari migliori, ossia quelli che pagano con regolarità le rate di ammortamento.
In queste situazioni è molto probabile che la banca venga incontro a una richiesta di rinegoziazione del mutuo, che può essere caratterizzata dalla riduzione dello spread, così come anche dall’eliminazione dei costi amministrativi periodici (per esempio le spese di incasso della rata).
Rinegoziazione del mutuo: il caso del mutuatario in difficoltà
La necessità di rinegoziare mutuo interviene molte volte a fronte di specifiche difficoltà da parte del mutuatario, che si trova impossibilitato a pagare una o più rate di ammortamento.
In questi casi interviene l’istituto di credito stesso, che accetta la rinegoziazione per tutelare i propri interessi e per evitare che il titolare del contratto di mutuo sospenda per troppo tempo i pagamenti (in questi casi ci si muove anche con l’obiettivo di evitare l’avvio di un processo di recupero crediti, spesso molto lungo e non utile sul breve termine, dal momento che durante il periodo di esecuzione dell’ipoteca sull’immobile la banca non incassa né il credito, né gli interessi che nel frattempo sono maturati sul capitale mutuato).
La rinegoziazione del contratto di mutuo in caso di difficoltà economiche del mutuatario prevede in generale un allungamento temporale del piano di ammortamento, il che implica, di conseguenza, una diminuzione dell’entità mensile delle rate e una maggior sostenibilità per il mutuatario.