Cosa significa richiedere un prestito Inps in doppia mensilità
I piccoli prestiti sono finanziamenti agevolati concessi direttamente dall’Inps in favore di dipendenti e pensionati pubblici. Prodotti che permettono di ottenere somme relativamente basse, con le quali far fronte a spese improvvise. Tuttavia è possibile ricevere somme maggiori ricorrendo a un piccolo prestito Inpdap erogato in doppia mensilità.
Cosa vuol dire? La somma finanziabile dei piccoli prestiti Inpdap viene definita in base al reddito del richiedente. Normalmente è possibile ottenere una somma pari a una mensilità di stipendio o pensione per ogni anno di durata.
I piccoli prestiti Inpdap possono durare 1, 2, 3 o 4 anni. Di conseguenza è possibile ottenere somme fino a 4 mensilità di stipendio.
Chi può avere un prestito Inpdap doppia mensilità
Ricorrendo a un piccolo prestito Inpdap erogato in doppia mensilità però è possibile raddoppiare la somma finanziabile. Per ogni anno di ammortamento quindi è possibile ottenere una somma pari a due mensilità stipendiali. In tal caso quindi è possibile arrivare a un massimo di 8 mensilità di stipendio.
Ma chi può richiedere i piccoli prestiti in doppia mensilità? Poiché rientrano nella categoria dei piccoli prestiti, questi finanziamenti sono accessibili solo a quanti sono iscritti a uno specifico Fondo Inps.
Si tratta della Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. Fondo credito a cui sono iscritti tutti i dipendenti pubblici che sono in servizio presso enti locali e amministrazioni statali. Ai fini dell’accesso al credito è necessario inoltre che il richiedente non abbia altre trattenute in corso sullo stipendio o sulla pensione.
Rimborso e tassi piccoli prestiti Inpdap
Passiamo infine alla questione del rimborso. Ricorrendo a un piccolo prestito Inpdap erogato in doppia mensilità ci si vedrà applicare un tasso di interesse (Tan) pari al 3,5%.
Il rimborso avviene tramite un piano di ammortamento a rate mensili detratte direttamente dallo stipendio o dalla pensione. Per i pensionati vige il limite del quinto cedibile, ossia la rata mensile non può eccedere il 20% dell’assegno previdenziale.
Oltre al tasso di interesse, i beneficiari dei piccoli prestiti devono far fronte anche alle spese di amministrazione. Oneri che sono calcolati con un’aliquota dello 0,5%. Prevista anche l’applicazione di un premio per il Fondo Rischi Inps, variabile a seconda della durata del prestito e dell’età del richiedente.