Ecco come avere prestiti a protestati e segnalati in Crif

Cosa sono e come funzionano i prestiti personali per cattivi pagatori e protestati

prestiti a protestati e segnalati in Crif rappresentano una necessità per molte persone con una storia creditizia problematica, ma che hanno comunque l’esigenza di chiedere denaro per varie finalità.

La crisi di questi anni ha reso difficile l’accesso al credito anche e soprattutto per chi ha avuto problemi di pagamenti. Rispetto al passato le cose sono però cambiate un po’ in meglio, dal momento che ci sono diverse alternative per chiedere prestiti anche se si è segnalati al Crif.

La cessione del quinto

Quando si parla di prestiti a protestati e segnalati in Crif si possono chiamare in causa diverse alternative, che comprendono anche la cessione del quinto dello stipendio o della pensione.

Questa tipologia di prestiti a protestati e segnalati in crif prevede che il debitore stipuli un contratto autonomo con un istituto di credito o con una società finanziaria, richiedendo una cifra rimborsabile attraverso trattenuta a monte dalla busta paga o dall’assegno pensionistico.

Si tratta quindi di un prodotto che, sebbene rientri nella categoria dei prestiti personali, è molto differente dai tradizionali finanziamenti. Il rimborso della rata infatti avviene direttamente alla fonte, ad opera del datore di lavoro. Soggetto che si occupa di detrarre la rata dalla busta paga del richiedente e versarla alla banca o finanziaria che ha erogato il prestito.

Come suggerisce il nome, la rata mensile non può eccedere la quinta parte dello stipendio mensile percepito dal richiedente. Il tasso d’interesse è fisso e la rata costante. Il contratto di finanziamento può estendersi al massimo per 120 mesi (10 anni).

Per quanto riguarda la somma finanziabile, invece, questa varia in base all’entità del reddito mensile percepito dal richiedente. A tal proposito ricordiamo che la cessione del quinto è accessibile solo ai lavoratori dipendenti e ai pensionati.

Non possono quindi beneficiare di questa forma di prestito i lavoratori autonomi e atipici. Questo perché i prestiti su cessione del quinto sono garantiti principalmente dalla presenza di un reddito fisso dimostrabile.

Condizione che consente all’istituto di credito di non tenere in considerazione il passato creditizio del richiedente, facendo quindi rientrare la cessione del quinto nel novero dei prestiti a protestati e segnalati in Crif.

Le garanzie necessarie

Oltre alla presenza della busta paga o della pensione, i prestiti a protestati e segnalati in Crif su cessione del quinto trovano una qualche forma di garanzia anche nel TFR accantonato dal lavoratore o nella pensione spettante al pensionato.

Elementi che hanno la funzione di tutelare il soggetto finanziatore, intervenendo a fronte del rischio di infortunio, perdita del posto di lavoro o morte del beneficiario.

La normativa vigente prevede inoltre la sottoscrizione di una polizza obbligatoria contro il rischio vita e il rischio impiego. Polizza che deve garantire il pagamento delle rate in caso di inadempimento da parte del beneficiario del prestito. tuttavia è necessario precisare che la polizza interviene solo per il debito residuo eventualmente eccedente il TFR o la pensione.

I costi relativi alle polizze assicurative vengono trattenuti direttamente dalla banca o finanziaria che eroga il prestito. Istituto che erogherà il finanziamento al netto di tali spese.
Per salvaguardare le garanzie, la normativa di riferimento prevede che in caso di prestiti su cessione del quinto dello stipendio, il lavoratore non abbia accesso al TFR fino alla fine del prestito. In altre parole, il debitore non potrà richiedere anticipi sul TFR fino alla totale estinzione del debito.

Il prestito cambializzato

Nel novero delle alternative disponibili per prestiti a protestati e segnalati in Crif è possibile ricordare anche i prestiti cambializzati. Di cosa si tratta? Di una tipologia di prestito che prevede il versamento di cambiali da parte del debitore.

Le cambiali sono titoli di credito caratterizzati da una scadenza precisa e il prestito ad esse legato può avere una durata compresa tra i 6 e i 60 mesi. Le rate rimangono fisse per tutta la durata del piano di ammortamento. Il tasso d’interesse è fisso e solitamente risulta più alto di quello che sarebbe applicato ad un tradizionale prestito personale.

Tuttavia prima di sottoscrivere un prestito personale con cambiali è necessario ricordare quali sono le possibili conseguenze. In caso di mancato pagamento delle rate di ammortamento infatti la banca può richiedere il pignoramento dei beni del debitore. Questo perché l’esecutività dei titoli di credito consentono alla banca di richiedere l’immediata espropriazione dei beni.

 

In altre parole, basta non pagare una sola rata mensile perché l’istituto di credito che ha concesso il prestito richieda il pignoramento dei beni. Il nostro consiglio quindi è di sottoscrivere un prestito con cambiali solo se si è assolutamente certi di riuscire a rimborsare regolarmente le rate.

L’opzione del garante

Chi ha una storia creditizia problematica ha ormai diverse alternative a cui fare riferimento. Nell’ambito dei prestiti a protestati e segnalati in Crif è infatti possibile citare anche i prestiti con garante.

In questo caso nel contratto tra istituto di credito o finanziaria e richiedente interviene una terza figura che svolge il ruolo di garante. Soggetto che si impegna a versare le rate in caso d’insolvenza da parte del beneficiario principale del prestito. Ricordiamo che l’intervento del garante deve avere carattere accessorio.

Ma come trovare il garante giusto? Quando si è alla ricerca di un soggetto che si impegni a garantire il nostro prestito è necessario tenere in considerazione determinati fattori. Vi sono infatti diversi requisiti che il garante deve essere in grado di soddisfare.

Innanzitutto è necessario che il garante possa vantare un reddito fisso dimostrabile derivante da lavoro. Reddito che deve inoltre risultare adeguato a garantire il regolare rimborso delle rate di ammortamento. Per fare un esempio, se il finanziamenti in questione prevede rate mensili da 200 euro ciascuna, il garante dovrà avere un reddito pari ad almeno 1000 euro netti al mese.

Non solo. È indispensabile che il garante non sia segnalato come cattivo pagatore o protestato e che non abbia subito pignoramenti. In tal caso, banche e finanziare possono richiedere, come garanzia aggiuntiva, anche la presenza di un immobile di proprietà del garante su cui accendere un’ipoteca.

Come fare per cancellare un protesto

Un’altra opzione utile quando si parla di prestiti a protestati e segnalati in Crif è la cancellazione del protesto. Come si effettua questa procedura? Scegliendo prima di tutto di regolarizzare la propria posizione attraverso il pagamento del debito.

Se la regolarizzazione in questione viene formalizzata entro un anno dalla levata del protesto, è sufficiente soltanto contattare l’Ufficio Protesti della Camera di Commercio. Sarà quindi necessario presentare al suddetto ufficio un’istanza ufficiale di cancellazione. In caso di criticità bisogna fare riferimento al Presidente del Tribunale, che ha i poteri speciali per decidere in questi casi.

È possibile ottenere la cancellazione del protesto anche per riabilitazione. In altre parole, se il protestato ha ottenuto la riabilitazione da parte del Presidente del Tribunale, può ottenere anche la cancellazione dal registro dei protesti.

Alla domanda di cancellazione va allegata la copia conforme del provvedimento di riabilitazione rilasciato dal Tribunale. Ricordiamo inoltre che la cancellazione avviene solo a condizione che il richiedente non abbia avuto altri protesti.

Ricordiamo inoltre che la cancellazione del protesto può avvenire anche in caso di erroneità o illegittimità del protesto. In caso di protesto illegittimo o errato quindi il soggetto segnalato ha la possibilità di richiedere la cancellazione del protesto.

Ovviamente, questo avviene a condizione che il soggetto sia in grado di presentare tutta la documentazione necessaria per dimostrare l'errore che ha condotto all’iscrizione del nominativo nel registro dei protestati.

Al di là della regolarizzazione o meno dei pagamenti, la cancellazione dal bollettino dei protesti avviene entro 5 anni dall’iscrizione. Trascorso questo lasso di tempo il soggetto può riprendere a chiedere denaro come qualsiasi altro debitore con storia creditizia priva di problemi.

Cancellazione dei dati Crif

Ora che abbiamo visto come farsi cancellare dal Registro dei protesti, passiamo alla cancellazione dai database Crif. Banche dati in cui vengono registrati i nominativi di quanti sono segnalati come cattivi pagatori.

In questo caso, è possibile richiedere la cancellazione dal Crif solo dopo che è trascorso un certo lasso di tempo. Periodo che si considera a partire dalla data in cui viene trasmessa la comunicazione di regolarizzazione dalla banca che ha concesso il prestito.

Per i ritardi relativi a 1 o 2 rate di ammortamento è necessario attendere ​12 mesi per ottenere la cancellazione dal Crif. Mentre per chi ha accumulato ritardi per quanto riguarda il pagamento di 3 o più rate di ammortamento sono necessari ​24 mesi.

 

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