C’è ancora poco tempo per approfittare dei mutui ai minimi. Il costo del denaro a lungo termine è stato infatti interessato da un aumento pari a 70 centesimi. Questo incremento ha chiaramente influenzato le scelte degli istituti di credito.
Le banche che pensavano di mantenere le medesime quotazioni del 2016 hanno dovuto quindi rivederle al rialzo.
Mutui a gennaio: il confronto con il mese successivo
Per capire come stanno cambiando le cose in merito ai mutui ai minimi è bene prendere come esempio le rilevazioni relative ai piani a tasso fisso prese lo scorso 31 gennaio. I dati in questione vanno confrontati con quelli del giorno seguente.
Paragonando le due opzioni è possibile notare che, da un mese all’altro, si è verificato un aumento percentuale pari a venti centesimi di punto.
Mutui 2017: gli istituti di credito dovranno alzare i tassi
Il tempo dei mutui ai minimi sta davvero finendo. Le rilevazioni in questione permettono di capire che, anche gli istituti di credito che propongono soluzioni più vantaggiose, dovranno rivedere i tassi.
Si tratta di una conseguenza che può essere evitata solamente in caso di calo del costo del denaro a lungo termine. L’eventualità in questione, però, per ora è abbastanza improbabile.
Fondamentale per chiarire ancora meglio le caratteristiche del panorama è il fatto che Intesa e Unicredit, istituti considerati benchmark di mercato, oggi non siano tra i più convenienti. Negli anni scorsi, invece, hanno fatto da apripista per il calo del costo dei finanziamenti in ambito immobiliare.
Quantitative Easing: la sua prosecuzione mantiene negativo l’Euribor
La prosecuzione del Quantitative Easing, politica fondamentale per i mutui ai minimi degli anni scorsi, mantiene l’Euribor su valori negativi. Il parametro fondamentale per il calcolo dei mutui a tasso variabile non cambia da mesi.
I valori medi mensili in merito sono pari a -0,37%, mentre quelli trimestrali non si muovono dal -0,30%.
Questi dati ci permettono di fotografare il divario tra mutui fissi e mutui a tasso variabile. A rappresentarlo efficacemente ci pensa la differenza tra l’Euribor a 3 mesi e l’Eurirs a 20 anni. Il suddetto valore attualmente è fisso tra i 170 e i 180 centesimi.
Euribor 2017: ecco quando ritornerà positivo
Il periodo dei mutui ai minimi per quanto riguarda il tasso variabile continuerà ancora per un po’. Secondo le previsioni del Liffe a Londra, per vedere l’Euribor positivo bisognerà aspettare il 2024. Nel 2024, invece, il parametro raggiungerà un valore pari all’1% circa.
Il quadro appena delineato si prospetta molto diverso rispetto a quello del 2016, con la maggior parte dei clienti orientata verso il tasso fisso.
Oggi è probabile un vero cambio di rotta, con i finanziamenti a tasso variabile più vantaggiosi. Per fare un esempio in merito ipotizziamo la richiesta di un mutuo di 120.000€ per l’acquisto di un immobile che ne costa 180.000.
In questo caso, considerando un piano di 20 anni, le offerte più interessanti sono proprio a tasso variabile. La rata media è infatti pari a 560€, mentre quella fissa è più alta di 75€ circa.