Prestazioni occasionali: quali sono le attività lavorative ammesse? Il lavoro autonomo sotto forma di prestazione occasionale può diventare un’opportunità per quanti si trovino a effettuare attività lavorative di tipo autonomo, occasionale, che non necessiti di una partita IVA appositamente dedicata.
Attraverso le prestazioni occasionali il lavoratore deve solamente rilasciare, al momento del pagamento da parte del committente, una ricevuta nella quale dev’essere specificato l’esatto importo ricevuto. Tutti gli importo percepiti tramite prestazioni occasionali devono essere riportati nella dichiarazione dei redditi assieme alle ricevute di prestazione occasionale contratte. E’ necessario però fare bene attenzione a rispettare tutti i requisiti di questo regime.
Le prestazioni di lavoro autonomo occasionale sono state introdotte nell’ordinamento civile italiano con la riforma del mercato del lavoro dalla legge 20/2003, per essere poi regolarizzate dal postumo decreto legislativo n. 276/2003, meglio noto come Legge Biagi.
Rientrano nella definizione di lavoro autonomo tutte le attività lavorative caratterizzate dall’assenza di costanza, coordinazione e professionalità. Tuttavia il lavoro occasionale non prevede obbligatoriamente un contratto, poiché la disciplina di tale prestazione trova la propria regolamentazione nell’articolo 222 del c.c.
Stando alle disposizioni contenute nel suddetto articolo è possibile definire il lavoratore occasionale colui che si obbliga a compiere, dietro compenso, un’opera o un servizio attraverso un lavoro prevalentemente proprio. Non sono previsti dunque il vincolo della subordinazione e il potere di coordinamento del committente.